top of page

Riabilitazione di incisivo laterale parodontalmente compromesso con esteso difetto osseo vestibolare

Dott. Giuseppe Pellitteri, Bolzano, Odt. Sonia Cattazzo, Trento Fotografie a cura di Martina Cestarollo

​

La paziente, fumatrice e con scarsa igiene, si presenta in studio per la mobilità dell’elemento 1.2. L’indagine radiologica e il sondaggio rivelano che la causa della mobilità del dente è dovuta ad uno spazio parodontale molto aumentato causato da trauma occlusale e da malattia parodontale. Per questo motivo nella pianificazione protesica finale si decide di confezionare il manufatto protesico appoggiando il margine incisale sulla cresta mesiale dell’antagonista, libero da svincoli di lateralità e protrusiva. Si decide quindi per l’estrazione dell’elemento compromesso e l’inserimento immediato di un impianto Prama. Per ovviare all’esteso difetto vestibolare rilevato al sondaggio dell’alveolo post-estrattivo si decide di riempire il gap vestibolare in maniera differenziata, ossia tenendo l’osso autologo recuperato dalla fresa a contatto con la superficie dell’impianto e inserendo nello spazio restante del particolato di osso bovino deproteinizzato (DBBM). La possibilità di scegliere la morfologia endossea cilindrica e di approfondire il posizionamento dell’impianto ha consentito da un lato di ottenere una migliore stabilità primaria, dall’altro di adattare la morfologia del collo a quel che resta dell’alveolo ricevente. Grazie ad una modulazione progressiva dei tessuti molli, ottenuta mediante diversi adattamenti del provvisorio e coadiuvata da una rigenerazione con tessuto connettivale è possibile ottenere una riabilitazione stabile ed estetica, fino al recupero del volume della bozza vestibolare. Una volta ripristinato l’elemento 1.2 la paziente accetta un innesto di connettivo a livello degli elementi 2.2 e 2.3 per rendere più simmetrico ed armonioso tutto il profilo delle parabole.

​

“In questo caso il posizionamento più profondo dell’impianto consente un miglior adattamento del collo convergente rispetto ai picchi ossei residui.”

cit. Dott. Giuseppe Pellitteri

bottom of page