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ODONTOIATRA > STABILIZZARE IL COAGULO

La sinergia della macromorfologia convergente e della micromorfologia UTM del collo Prama permette di affrontare con successo e spesso senza ricorso a materiali aggiuntivi riabilitazioni anche molto complesse.

 

Il caso che segue documenta una riabilitazione post-estrattiva immediata in cui sia radiograficamente che all’osservazione clinica appare evidente il grande compenso osseo ottenuto attorno al collo di impianti Prama senza l’utilizzo di materiali di riempimento. La morfologia intramucosa convergente permette, laddove necessario, di portare fuori dai tessuti il gap impianto/abutment e di dare spazio al coagulo in assenza di batteri, mentre la microrigatura UTM del collo ne permette una stabilizzazione e una organizzazione delle fibre ottimale che accelera il processo di guarigione.

 

Tutti questi aspetti contribuiscono alla rigenerazione naturale di osso circonferenziale malgrado l’importante deficit iniziale.

Case Report

Dott. Ignazio Loi

La paziente, di anni 84, si presenta all’osservazione con una frattura dell’elemento 23 che supportava un ponte fino agli elementi 26 e 27. All’osservazione radiologica è evidente un’area con particolato radiopaco nei tessuti molli circostanti il perno moncone: dopo il colloquio con la paziente si evince che si tratta della dispersione del cemento, integratosi in maniera parcellare tale da renderlo invisibile all’osservazione clinica e difficilmente rimovibile. La frattura potrebbe essersi verificata nell’arco dei 6 mesi precedenti, durante i quali la paziente riferisce di aver avuto fenomeni infiammatori trattati con antibiotici generici, fino all’ascesso di grande entità per il quale si è presentata allo studio. Durante il suddetto periodo il ponte non risultava mobile perché stabilizzato sugli elementi 26 e 27. 
Su richiesta della paziente, il ponte è stato tagliato tra 25 e 26 per salvare parte della protesi ed inserire 3 impianti Prama di diametro 3.80, il cui design del collo permette di avere un range di posizionamento verticale che compensa difetti o eccessi ossei, con tutte le problematiche che ne conseguono. Il difetto causato dall’ascesso in corrispondenza del canino aveva un diametro di circa 1 cm.

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Caso iniziale radiografico: attorno alla frattura dell’elemento 23 si nota un’aura radiopaca causata dalla dispersione del cemento nei tessuti molli.

Sito chirurgico dopo l’estrazione dell’elemento fratturato e la preparazione con fresa iniziale dei siti implantari in posizione 24 e 25. È evidente il deficit circonferenziale lasciato dall’ascesso.

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Rx con i pin nei siti chirurgici: si noti la grande discrepanza vericale ed orizzontale, soprattutto distalmente alla posizione 23

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Impianti inseriti senza vite di guarigione: il sangue copre tutto il collo del Prama, ma la posizione della piattaforma di connessione risulta favorevole sia dal punto di vista del mantenimento biologico del coagulo, sia della gestione dei tessuti molli, sia delle future manovre protesiche.

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Viti di guarigione posizionate in situ.

Suture attorno alle transmucose.

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Guarigione a 4 settimane: si noti lo stato di maturazione dei tessuti molli e lo spessore recuperato attorno a tutte e tre le fixture.

Rx di guarigione a 4 settimane: il deficit attorno all’impianto in posizione 23 si sta colmando, pur essendo ancora visibile il processo alveolare.

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Rx con protesi a 6 mesi:

il deficit risulta completamente colmato, così come i picchi ossei circonferenziali all’impianto

Visione occlusale della protesi definitiva in situ

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