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Utilizzo di impianto Prama RF in sito sottoposto a rigenerativa

Dott. Giuseppe Pellitteri, Laboratorio Pellitteri Martini, Bolzano Fotografie a cura di Martina Cestarollo

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Il paziente si presenta alla nostra osservazione riferendo gonfiore e sensazione di mobilità all’elemento 2.5, trattato endodonticamente 10 anni prima, tale da impedire anche la corretta igiene dell’area interessata. L’esame radiologico mostra una frattura radicolare verticale, il sondaggio vestibolare si rivela molto profondo, mentre mesialmente e distalmente è quasi pari a zero, pertanto si decide di aprire un lembo a spessore totale ed estrarre il dente. A cielo aperto la lesione risulta molto estesa, soprattutto periapicalmente, dove il perno radicolare ha fratturato la radice. Dopo l’estrazione dell’elemento, si opta per una rigenerazione con una combinazione di osso autologo e osso bovino deproteinizzato (DBBM), addizionata di amoxicillina, coperto da una membrana riassorbibile Ossix® Plus. A 7 mesi si rientra per il posizionamento di un impianto Prama RF, sommerso fino alla porzione cilindrica del collo convergente e si posiziona immediatamente un provvisorio ottenuto dalla ribasatura in resina di uno sgusciato preparato dal laboratorio. A 3 mesi è possibile procedere con la protesi definitiva con chiusura sul collo dell’impianto, che finalizza esteticamente il caso come programmato. A 3 anni i tessuti duri e molli risultano stabili e perfettamente in salute.

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“La possibilità di chiudere la corona indifferentemente sul pilastro o sul collo dell’impianto mi consente di occuparmi solamente del miglior posizionamento chirurgico dell’impianto, che posso modulare di caso in caso. Questa flessibilità dell’impianto rispetto alle mie necessità è l’aspetto di Prama che apprezzo maggiormente.”

cit. Dott. Giuseppe Pellitteri

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